Commento all’articolo: Osteopathic Manipulation Treatment Improves Cerebro–splanchnic Oximetry in Late Preterm Infants [Marinelli B., Pluchinotta F., Cozzolino V., Barlafante G., Strozzi M.C., Marinelli E., Franchini S. e Gazzolo D.]
Vi proponiamo la lettura di un articolo di recente pubblicazione (giugno 2019) di alcuni nostri colleghi italiani che tocca un argomento a noi molto caro e fortemente discusso in tutto il mondo dell’osteopatia e della medicina in generale.
Prematurità
La prematurità costituisce ancora una delle principali cause di mortalità e morbilità neonatali. ll neonato pretermine meno maturo, sano o malato può non essere in grado o solo parzialmente in grado di gestire input ambientali, dimostrando risposte iper-reattive e scarsa tolleranza di input anche minimi.
Studi precedenti ci suggeriscono come l’OMT moduli le funzioni del sistema nervoso autonomo e riduca le citochine pro-infiammatorie; tuttavia, nonostante questi risultati, mancano ancora i dati sui possibili effetti positivi o collaterali sulla saturimetria e sulle funzioni cerebrali neonatali.
Lo scopo del presente studio nasce dunque dall’esigenza di indagare se l’OMT potesse migliorare o influenzare la saturimetria cerebrale-splancnica e la funzione nei neonati prematuri, usando il monitoraggio della spettroscopia nel vicino infrarosso (NIRS) prima, durante e dopo la procedura OMT.
Lo studio
18 piccoli pazienti in età prematura hanno ricevuto l’OMT il 7 ° giorno postnatale.
La valutazione strutturale è stata eseguita con il bambino sdraiato nella culla o nell’incubatrice aperta. Le tecniche utilizzate si limitavano a tecniche indirette quali: rilascio mio-fasciale e tensione legamentosa/membranosa bilanciata. L’intera procedura OMT sui neonati è durata 30 minuti: 10 minuti per la valutazione e 20 minuti per il trattamento e la rivalutazione.
Il monitoraggio NIRS è stato eseguito in tre diversi punti temporali: 30 minuti prima (T0), 30 minuti durante (T1) e 30 minuti dopo OMT (T2).
I nostri colleghi hanno così valutato gli effetti dell’OMT sui seguenti parametri: – NIRS: cerebrale (c) – ossimetria regionale splancnica (s) (rSO2) – FRACTIONAL TISSUE OXYGEN EXTRACTION (FTOE) e ridistribuzione emodinamica (CSOR).
I risultati
• crSO2 e cFTOE significativamente (P <0,001) migliorato a T0-T2
• srSO2 significativamente (P < 0,001) diminuito e sFTOE aumentato a T0-T1
• srSO2 e sFTOE sono notevolmente migliorati a T1-T2
• CSOR è aumentato significativamente (P <0,05) a T0-T2
I dati mostrano che, in un gruppo di neonati prematuri, i livelli di saturimetria cerebrale e splancnica e i livelli di attivazione dei tessuti sono cambiati significativamente durante e dopo il trattamento di manipolazione osteopatica. Inoltre, durante e dopo l’OMT sono stati riscontrati significativi cambiamenti emodinamici nelle regioni cerebro-splancniche.
Cosa ne deduciamo?
• Il “tasso di iperossigenazione” dovuto alla procedura OMT ha aumentato l’attività metabolica dei tessuti nel sistema nervoso centrale. La questione è rilevante tenendo presente che in questa fase la principale attività metabolica del sistema nervoso centrale riguarda la sua crescita.
• Nel complesso, è possibile sostenere che l’OMT potrebbe ragionevolmente essere responsabile di una ridistribuzione dalla regione splancnica a quella cerebrale seguita da una saturimetria splancnica significativamente migliorata e dalla funzione in presenza di un aumento della pulsossimetria del SNC e livelli di attivazione dei tessuti. In altre parole, l’OMT sembra esercitare effetti benefici sia sulla saturimetria cerebrale (precoce) sia su quella splancnica (tardiva).
Cosa ne emerge
Come tutti gli studi, anche il presente comporta alcuni limiti:
– Le dimensioni ridotte del campione;
– Interferenze luminose esterne, che possono provocare la dispersione dei fotoni, e artefatti da movimento a seguito di problemi associati al fissaggio dei sensori;
– Le registrazioni OMT e NIRS sono state eseguite almeno un’ora prima o dopo l’alimentazione per evitare potenziali effetti di distorsione dovuti ai regimi alimentari.
Questi risultati aprono tuttavia la strada ad ulteriori studi in popolazioni più ampie volti ad analizzare l’efficacia dell’OMT e dei programmi di riabilitazione personalizzati standard sui risultati neurologici a breve/lungo termine.
La gestione neurologica post-critica dei bambini prematuri si concentra su trattamenti complementari e alternativi e su un programma di riabilitazione precoce. I dati attuali offrono ulteriore supporto alla necessità di un programma riabilitativo aggiuntivo e personalizzato nella cura neurologica dei neonati ad alto rischio. Pertanto, sono suggeriti ulteriori studi randomizzati e controllati che confrontano l’OMT con le procedure di riabilitazione considerate standard di cura.
I neonati pretermine sono a maggior rischio di una serie di complicanze come i lunghi soggiorni in ospedale (i giorni medi di ricovero in ospedale possono variare da 4 a 135 giorni) e di disabilità dello sviluppo neurologico a lungo termine, spesso associate a maggiori costi economici e sociali.
Come spesso succede siamo grati a chi porta avanti la ricerca sull’osteopatia in Italia e che ponga le basi per studi più approfonditi, affinché l’osteopatia possa diventare una terapia integrata a quelle già in uso grazie al suo intervento non farmacologico e possa ridurre i costi di ospedalizzazione e il tempo di degenza dei piccoli pazienti prematuri avendo così impatto significativo sulle dinamiche sociali e famigliari.