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Asse intestino-muscolo-cervello: Meccanismi molecolari nei disturbi neurodegenerativi e potenziale efficacia terapeutica dell'integrazione di probiotici abbinata all'esercizio fisico

Asse intestino-muscolo-cervello: Meccanismi molecolari nei disturbi neurodegenerativi e potenziale efficacia terapeutica dell'integrazione di probiotici abbinata all'esercizio fisico

di Dott. Giuseppe D'Antona - 03/09/2024
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Asse intestino-muscolo-cervello: Meccanismi molecolari nei disturbi neurodegenerativi e potenziale efficacia terapeutica dell'integrazione di probiotici abbinata all'esercizio fisico

Oggi proponiamo la lettura di un'interessante studio condotto dal Dott. Giuseppe D'Antona, nostro docente nel Master di Alta Formazione in Osteopatia Sportiva, con Ilaria Morella, Massimo Negro, Maurizia Dossena e Riccardo Brambilla.


Insieme hanno analizzato l'interazione tra l'asse intestino-muscolo-cervello e il suo impatto sui disturbi neurodegenerativi, come il morbo di Alzheimer (AD) e il morbo di Parkinson (PD). Con l'aumento dell'aspettativa di vita, le malattie neurodegenerative diventano sempre più prevalenti, e attualmente non esistono cure definitive. La ricerca suggerisce che la disbiosi intestinale potrebbe contribuire alla patogenesi di queste malattie, e che interventi mirati sull'asse intestino-cervello potrebbero prevenire o ritardare i sintomi.


Utilità dello studio


1. Prevenzione e trattamento - Lo studio propone che l'integrazione di probiotici e l'esercizio fisico possano avere effetti benefici sulla cognizione nei pazienti con AD e PD. Questi approcci potrebbero rappresentare strategie terapeutiche promettenti, considerando che attualmente non esistono terapie modificanti la malattia.


2. Interazione bi-direzionale - Viene evidenziato il concetto di comunicazione bidirezionale tra il microbiota intestinale e il muscolo scheletrico, suggerendo che l'esercizio fisico non solo migliora la salute muscolare, ma potrebbe anche influenzare positivamente il microbiota intestinale, contribuendo così a una migliore salute cerebrale.


3. Ricerche future - Lo studio sottolinea la necessità di ulteriori ricerche per sviluppare strategie multimodali che includano cambiamenti nello stile di vita, al fine di migliorare la qualità della vita degli anziani e ridurre il rischio di insorgenza di disturbi neurodegenerativi.


La ricerca offre un'importante prospettiva su come l'integrazione di probiotici e l'attività fisica possano fungere da interventi preventivi e terapeutici per le malattie neurodegenerative, suggerendo un approccio innovativo per affrontare queste condizioni in crescita nella popolazione anziana.


Abstract


L'aumento della longevità è spesso associato a condizioni legate all'età. I disturbi neurodegenerativi più comuni nella popolazione anziana sono il morbo di Alzheimer (AD) e il morbo di Parkinson (PD), associati a una progressiva perdita di neuroni che porta a compromissioni funzionali e cognitive. Sebbene siano disponibili trattamenti sintomatici, attualmente non esiste una cura per queste patologie.


La disbiosi intestinale è stata coinvolta nella patogenesi dell'AD e del PD, pertanto interventi mirati all'asse intestino-cervello potrebbero potenzialmente prevenire o ritardare queste patologie. Recenti evidenze suggeriscono che l'apparato muscolo-scheletrico e il microbiota intestinale possono influenzarsi reciprocamente attraverso l'asse intestino-muscolo.


È importante notare che le funzioni cognitive nei pazienti affetti da AD e PD traggono un beneficio significativo dall'attività fisica. In questa rassegna, ci proponiamo di fornire un quadro completo della comunicazione tra cervello, apparato muscolo-scheletrico e microbiota intestinale, introducendo il concetto di "asse intestino-muscolo-cervello". Inoltre, discutiamo studi sull'uomo e sugli animali che esplorano il ruolo modulatorio dell'esercizio fisico e dei probiotici sulla cognizione nell'AD e nel PD.


Nel complesso, i risultati qui presentati supportano i potenziali benefici dell'attività fisica e dell'integrazione di probiotici nell'AD e nel PD. Saranno necessari ulteriori studi per sviluppare strategie mirate e multimodali, compresi i cambiamenti dello stile di vita, per prevenire o ritardare il decorso di queste patologie.


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